
Che cosa è la tendinopatia calcifica?
La tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori è una patologia molto comune e dolorosa che spesso porta a rivolgersi allo specialista ortopedico. È caratterizzata dal deposito di sali di calcio all’interno dei tendini stessi che compongono la cuffia dei rotatori con un principale coinvolgimento del tendine del sovraspinato (oltre l’80% dei casi).
Interessa prevalentemente pazienti di età compresa tra i 30 e i 60 anni e principalmente di sesso femminile; in circa il 10-20% dei casi è bilaterale, cioè è presente in entrambe le spalle. La calcificazione può essere di grandi o piccole dimensioni e, a volte, col tempo può arrivare spontaneamente al completo riassorbimento.
Sebbene nel 20% dei casi sia asintomatica, può però essere una patologia dolorosa e invalidante con una diminuzione anche del range di movimento della spalla.
Come si manifesta?
Il principale sintomo è il dolore che può essere lieve, cronico, continuo, oppure comparire improvvisamente dopo un sovraccarico senza segni premonitori. Spesso il paziente riferisce una riduzione della motilità dell’arto e una invalidità funzionale con dolori sia diurni che notturni. A volte, invece, questa patologia è asintomatica e quindi la calcificazione può essere presente senza che il paziente ne sia a conoscenza e senza avvertire alcun sintomo.
Da cosa è causata?
Ancora non è chiara quale sia l’eziopatogenesi. Alcuni studi ritengono che la causa possa essere associata a traumi ripetuti, necrosi dei condrociti (le cellule che compongono i tendini) o fattori estrinseci, quali patologie correlate come il diabete, età o elevato indice di massa corporea.
Tuttavia nulla realmente spiega completamente la vera natura di questa patologia.
Cosa è consigliato fare se si sospetta di essere affetti da questa patologia?
La prima cosa da fare è sicuramente rivolgersi a un ortopedico specialista della spalla in modo che possa già clinicamente confermare il sospetto diagnostico ed escludere altre problematiche associate. Indispensabili sono le indagini strumentali: nei miei ambulatori eseguo io stesso un’ecografia alla spalla che mi permette subito di identificare la presenza di una calcificazione e valutarne le dimensioni e la localizzazione. Inoltre con l’ecografia posso escludere delle lesioni di cuffia che potrebbero dare una sintomatologia algica e confondere la diagnosi.
Qualora necessario, si possono eseguire ulteriori accertamenti, come una radiografia o una risonanza magnetica.
Come si cura?
Nei casi sintomatici il primo approccio è conservativo con riposo e terapia antinfiammatoria per ridurre la sintomatologia dolorosa. Al persistere o al peggioramento del quadro clinico si può prendere in considerazione una iniziale terapia infiltrativa, per un maggior effetto antinfiammatorio, e una procedura di “lavaggio” sotto guida ecografica. Personalmente eseguo questa procedura ambulatorialmente: con l’utilizzo dell’ecografo identifico la calcificazione e eseguo un vero e proprio lavaggio della calcificazione asportando i sali di calcio e liberando il tendine. Il tempo richiesto è di circa 30 minuti dopo i quali il paziente può tranquillamente lasciare l’ambulatorio senza particolari restrizioni funzionali.
In alcuni casi, sia per tipo e localizzazione della calcificazione, è invece opportuno programmare un intervento chirurgico di asportazione della calcificazione che eseguo per via artroscopica, procedura che dà ottimi risultati con un basso grado di invasività.