Cos’è la spalla dolorosa dell’atleta overhead?
Innanzi tutto un atleta overhead è colui che pratica una attività sportiva che richiede gesti ripetuti dell’arto atteggiato sopra la testa. Ci riferiamo quindi a tennisti, pallavolisti, lanciatori di giavellotto, giocatori di baseball, ecc… In queste discipline, durante il gesto ripetuto – come la schiacciata per il pallavolista o lo smash per il tennista – la spalla deve essere sufficientemente mobile da raggiungere gradi estremi di movimento per impartire la massima velocità all’oggetto che si sta lanciando. Dall’altro lato, la spalla deve mantenere un buon equilibrio articolare (testa dell’omero centrata stabilmente nella glena scapolare) in modo da creare un fulcro stabile di rotazione. L’intensità e la ripetitività dello sforzo overhead ad alta velocità può alterare l’equilibrio stabilità-motilità e quindi, col tempo, si possono creare cambiamenti adattativi articolari nell’arto dominante, quali la retrazione della capsula posteriore che causa a sua volta una rigidità in rotazione interna della spalla. Questa rigidità articolare è la responsabile della sintomatologia dolorosa (spesso avvertita come una fitta) che lo sportivo lamenta nella fase terminale del gesto.Se trascurata questa condizione può addirittura degenerare in una lesione tendinea della cuffia dei rotatori.
Come si possono individuare queste problematiche?
Vista la tendenza evolutiva di questa patologia, è indispensabile fare una diagnosi precoce individuando il prima possibile eventuali rigidità interne prima che possano degenerare in veri e propri danni articolari. In questa fase lo sportivo stesso ricopre un ruolo fondamentale non sottostimando la sintomatologia e rivolgendosi a uno specialista ortopedico dedicato alla patologia della spalla. Sarebbe addirittura auspicabile che tutti gli atleti overhead possano seguire un programma preventivo riabilitativo specifico per ridurre il rischio di insorgenza della retrazione capsulare posteriore precedentemente citata.
Possono essere utili degli esami strumentali?
Certo. Gli esami strumentali ci aiutano a riconoscere la presenza di eventuali danni articolari precedentemente descritti. Senza dubbio l’esame di scelta è la ArtroRMN, ovvero una risonanza magnetica eseguita previa l’iniezione di un mezzo di contrasto nell’articolazione. In questo modo si evidenziano meglio i rapporti tra le strutture articolari (ossee, miotendinee e legamentose) e eventuali lesioni associate.
Come si tratta la spalla dolorosa negli atleti?
Il trattamento è inizialmente conservativo (non chirurgico); è di fondamentale importanza risolvere la rigidità articolare in rotazione interna con un piano riabilitativo specifico associato a una terapia medica antinfiammatoria. Tuttavia, nei casi dove è mancata una diagnosi precoce o non sia stata fatta una corretta diagnosi, si potrebbero verificare dei danni alle strutture articolari tali da richiedere l’intervento chirurgico. Si pensi per esempio a lesioni tendinee della cuffia dei rotatori che se non trattate artroscopicamente possono a loro volta degenerare col tempo in quadri di osteoartrosi.
Si può tornare a fare sport?
Come già accennato dipende molto dalla condizione in cui ci si trova al momento della diagnosi. Una iniziale retrazione capsulare risponde bene a un programma riabilitativo. In caso invece di lesioni associate, un ritorno allo sport ad alti livelli è molto più difficoltoso. Di nuovo si ribadiscel’importanza di una diagnosi precoce e la potenzialità di un programma riabilitativo preventivo negli atleti overhead.